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Salta la tassa di soggiorno per un vizio di forma con gli albergatori

La tassa di soggiorno il 2/2 è stata bocciata in consiglio comunale a causa del mancato confronto con le categorie e le associazioni di riferimento, Visentin: «Manca di rispetto verso gli operatori del turimo»

«Questa sera (2 febbraio, ndr) è stato sancito che la nostra città non ha definitivamente una vocazione turistica. La delibera che prevedeva l’introduzione dell’imposta di soggiorno è stata ritirata ed è stato riaperto il suo iter».

Le parole del consigliere Riccardo Visentin di Ncd spiegano quanto accaduto in consiglio comunale: «Tra le varie questioni sollevate, sulla mancanza di una serie di esenzioni e facilitazioni su alcune categorie come famiglie numerose, turismo d’affari, turismo scolastico, persone portatrici di handicap e altro, motivo di miei emendamenti e di altri della minoranza, quella che ha fatto dichiarare in aula al sindaco la necessità del ritiro, è stata quella da me sollevata, della mancanza, come previsto dalla legge di riferimento, di un confronto con le categorie e associazioni di riferimento».

La legge nazionale all’articolo 4 recita: “ [...] sentite le associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive [...]”.  Questo necessario passaggio non è stato fatto ed è un vizio di forma burocratica che pesa sull’applicazione della tassa (o imposta) di soggiorno.

Continua Visentin: «Questo denota non solo una mancanza di rispetto per gli operatori del settore, questione di trasparenza politica, ma soprattutto una idea raffazzonata del modo di interpretare le leggi e i relativi obblighi».

Attacca il consigliere: «Solo poco tempo fa è stato fatto un incontro avente per tema Expo 2015, e in quella occasione erano presenti diversi operatori sia del settore commercio, che del turismo. Neanche in quella occasione vi fu la delicatezza di accennare alla prossima introduzione della tassa di soggiorno».

Quello non adottato nella serata di lunedì 2 febbraio sarebbe stato un atto quindi illegittimo che molto probabilmente sarebbe stato impugnato da qualcuno per vizio di forma.

Visentin va giù durissimo: «Questo modo di fare amministrazione senza lungimiranza e senza capacità di proposte innovative denota quanto il turismo sia poco considerato e questa tassa vista solo come una qualsiasi gabella, per fare cassa. Riuscire a recuperare denaro con oculati tagli, implica del lavoro e della fatica, tassare non richiede sforzi».

Chiude il consigliere del Nuovo CentroDestra: «Mi auguro che questo episodio faccia riflettere i componenti della maggioranza, e li riporti sui binari di una più profonda attenzione e passione politica, e non solo di ratificatori di quanto proposto dal sindaco e dalla giunta».

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