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Cinisello Balsamo Cinisello Balsamo / Via XXV Aprile

Gasparini su degrado e periferie: «Cinisello con me da "città di frontiera" a bella e vivibile»

L'ex sindaco cinisellese, a margine di un'audizione sulla sicurezza urbana tenuta dal capo della polizia Gabrielli, parla del suo lavoro da sindaco a Cinisello Balsamo e dà la sua ricetta per curare i mali delle periferie e del disagio sociale»

L'ex sindaco di Cinisello Balsamo e attuale deputata del Partito Democratico Daniela Gasparini, a commento di un'audizione sulla sicurezza urbana su Città Metropolitane e periferie tenuta dal capo della polizia Franco Gabrielli, fa una sua riflessione sul tema e parla anche della sua Cinisello.

L'audizione di Gabrielli ha evidenziato come nella realtà i reati sono diminuiti, ma la percezione di insicurezza è aumentata. Detto ciò, dai dati traspare che è comunque evidente che in alcuni luoghi si concentrano di più problemi reali di sicurezza (spaccio di droga, controllo malavitoso del territorio, occupazioni abusive, etc...) e problemi oggettivi anche a causa della concentrazione di cittadini più fragili culturalmente ed economicamente.

Tutto ciò non può non fare pensare a Cinisello Balsamo e proprio Daniela Gasparini ne trae spunto: «Conosco questi temi per esperienza: come amministratore pubblico già dal 1980, ho contribuito alla transizione di Cinisello Balsamo, 75.000 abitanti, da "città di frontiera" come scrivevano i giornali dell'epoca, a una città bella e vivibile».

Da qui la sua "ricetta" per le periferie e quindi anche per la stessa Cinisello Balsamo: «Mi ha fatto piacere che il capo della polizia abbia evidenziato quanto io sostengo da sempre: non si può affrontare il tema delle periferie e del disagio sociale con politiche frammentarie e a spot».

Prosegue Gasparini: «Nelle periferie occorre accompagnare nel tempo i processi di cambiamento, attivare e promuovere reti sociali e culturali, sostenere l’innovazione sociale, aiutare le persone ad avere più strumenti per affrontare meglio il mercato del lavoro. Per questo servono soprattutto nuove sinergie e programmi tra gli attori istituzionali (Stato, Regioni e Comuni) e una nuova diversa collaborazione con associazioni e realtà del territorio».

Chiude Gasparini: «Ovviamente, in parallelo, serve anche mettere le forze dell’ordine in condizione di affrontare meglio lo spaccio e la criminalità organizzata».

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