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«Stop al dialogo col PD», la Lega pretende scuse da Ruffa che replica: «Non ritratto nulla»

Un post su Facebook del segretario Ruffa scatena la reazione della Lega in consiglio comunale che chiude le porte del dialogo al PD e pretende delle scuse. Il segretario PD replica: «Nulla di cui scusarmi. Il dialogo non c'è mai stato, ma non resteremo in silenzio»

Durante il consiglio comunale andato in scena nella serata di lunedì 11 febbraio, il capogruppo della Lega Cristiano Fumagalli ha esordito facendo una dichiarazione nei confronti del segretario del Partito Democratico cinisellese Ivano Ruffa, dichiarandosi offeso per le frasi usate su Facebook e accusandolo di avere offeso la Lega.

Da qui la decisione della Lega stessa di dichiararsi indisponibile a ogni confronto con il Partito Democratico fino a che non arriveranno delle formali scuse, che "fanno il verso" a quelle pretese dal PD alla consigliera leghista Silvana Bognanni per il "meme" sugli sbarchi dei giorni scorsi.

Ivano Ruffa è stato attaccato dalla Lega per un post scritto il 9 febbraio su Facebook, sul proprio profilo privato, in cui scrive tra le altre cose: «Torneremo a essere un grande Paese. Un Paese senza Salvini e senza fascisti».

Da qui la dura replica del segretario del PD, che dichiara di non volersi scusare e contrattacca la Lega. Qui sotto riportiamo interamente il testo integrale della risposta di Ruffa al Carroccio cinisellese:

«Il segretario del Partito Democratico non deve scusarsi. Non ha nulla di cui scusarsi. Il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Cinisello Balsamo deve aver preso un grosso abbaglio. È la stessa persona che ultimamente difendeva la consigliera Bognanni dopo il grave atto di attacco alle istituzioni, ai partiti avversari, al PD in particolare, ma anche alla chiesa e alle cooperative sociali. La stessa persona che dicendo "chi è senza peccato scagli la prima pietra!" giustificava un comportamento deplorevole».

«Le scuse al Partito Democratico in quella fase non sono arrivate. Accuse pesanti e diffamatorie, lesive dell'immagine del partito, pronunciate (tramite quella vignetta!) da eletti nelle istituzioni a rappresentare il partito della Lega. E se, per quei gesti, gli si fa presente che stanno assumendo comportamenti irresponsabili hanno pure da lamentarsi e da sentirsi attaccati? Beh, mi dispiace. Non ritratto nessuna parola».

«Il comportamento delle persone lo si valuta da ciò che dicono e fanno. Se ci tengono ad essere considerati diversamente comincino col dimostrarsi migliori. Saremo pronti a ricrederci. Il capogruppo della Lega dichiara di interrompere ogni dialogo con il Partito Democratico. Ma quale dialogo? Dove c'è mai stato dialogo? Il sindaco Ghilardi non ha mai voluto dialogare con i partiti di opposizione e neppure con i cittadini».

«Per dialogare non bisogna essere accondiscendenti, ma avere rispetto istituzionale per gli avversari politici. Rispetto nel non interferire nelle votazioni del vicepresidente del consiglio come invece ha fatto la Lega a inizio legislatura. Rispetto nel rispondere alle domande e alle interrogazioni che abbiamo posto in aula sui diversi temi amministrativi. Rispetto nel rispondere alla nostra richiesta di dialogo e confronto sui grandi temi di sviluppo della città a partire dalle infrastrutture come la M5 o il Parco del Grugnotorto».

«Ma anche su questo il sindaco e la Lega ci hanno sempre sbattuto la porta in faccia. Si lamentano per le nostre segnalazioni. Perché facciamo presente cosa non funziona in città. Perché chiediamo al sindaco la risoluzione dei problemi per come ha promesso in campagna elettorale».

«Vorrebbero il nostro silenzio? Con una Lega di questo tipo, sinceramente, non abbiamo nulla a che spartire! La nostra sarà una opposizione netta nei contenuti e nelle proposte politiche. Sarà una opposizione perché siamo lontanissimi dall'idea di città e di paese che questa estrema destra sta tentando di costruire».

«Siamo in antitesi al modello leghista. Siamo democratici, siamo antifascisti e crediamo fortemente nella nostra Costituzione. Vogliamo un'Italia e un'Europa migliore. Un'Italia che aiuti chi è rimasto indietro e che proponga un modello di sviluppo e di crescita. Vogliamo un Paese che unisca le persone e i suoi cittadini e non che si divida alimentando odio e divisioni sociali».

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