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Teleriscaldamento con BEA ed ENGIE, M5S: «Basta col vecchio business della monnezza»

Dopo l'annuncio da parte dell'amministrazione comunale di Cinisello dell'accordo siglato con BEA (Brianza Energia Ambiente) ed ENGIE per un teleriscaldamento più green ed economico, arriva la polemica da parte del MoVimento 5 Stelle che critica la scelta

Dopo l'annuncio da parte dell'amministrazione comunale di Cinisello Balsamo dell'accordo siglato con BEA (Brianza Energia Ambiente) ed ENGIE per un teleriscaldamento più green ed economico, arriva la polemica da parte del MoVimento 5 Stelle che critica fortemente la scelta e le parole usate dalla giunta per promuovere questa scelta politica.

Così il MoVimento 5 Stelle tramite i propri consiglieri comunali: «Economia circolare, energia pulita, fonti rinnovabili, transizione a zero emissioni di CO₂. Belle parole che fanno pensare a innovazione, ecologia, sostenibilità. E invece no: dietro la patina verde dei proclami, sbandierati senza un minimo di vergogna, c’è il solito vecchio business, l’ennesimo ampliamento del teleriscaldamento a “monnezza” che BEA, la società proprietaria dell’inceneritore di Desio, questa volta vuole portare addirittura a Cinisello Balsamo».

Sulla questione interviene anche il senatore pentastellato Gianmarco Corbetta: «L’ho detto mille volte, non c’è niente di rinnovabile, di pulito e di ecologico nel bruciare i rifiuti. Associare il teleriscaldamento a monnezza all’economia circolare, poi, è una vergognosa falsificazione della realtà: l’incenerimento è la negazione dell’economia circolare perché spreca risorse e produce inquinamento».

Continua il senatore: «A fare da sponda all’operazione c’è Engie (ex GDF Suez), il colosso energetico francese che oggi si vanta di “guidare la transizione a zero emissioni di CO₂”. A parte il fatto che bruciare i rifiuti aumenta le emissioni di CO₂ anziché ridurle, evidentemente Engie, come BEA, se ne sbatte altamente delle nanopolveri, dei metalli pesanti e della miriade di veleni prodotti dagli inceneritori».

Poi su BEA «E' una piccola azienda pubblica nata per bruciare i rifiuti degli 11 Comuni soci. Gestisce un inceneritore vecchio di 40 anni, che non ha più senso di esistere. I rifiuti indifferenziati dei soci sono ormai una piccola frazione di tutto quello che viene bruciato a Desio. Il resto è business, puro e semplice business portato avanti dai sindaci soci inquinando un territorio già di suo fortemente compromesso. Chi l’ha detto che i sindaci proprietari dell’impianto debbano fare business? Dove sta scritto che una pubblica amministrazione deve tenere in vita un’attività industriale/commerciale che di servizio al territorio ormai non ha quasi più niente? Fino a quanto continueranno ad ampliare il business? Perché invece di pensare a chiudere quell’inceneritore continuano ad allargare la rete di teleriscaldamento, che altro non è che un modo per assicurare lunga vita all’impianto?».

Corbetta poi si rivolge ai sindaci del Nord Milano, il cinisellese Giacomo Ghilardi incluso: «Quando la smetterete di fare business e comincerete a pensare al futuro dei cittadini che dovreste rappresentare?».

L'ultima stilettata è per Regione Lombardia: «Stendo un velo pietoso sull’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo che benedice l’operazione, scordandosi che da tempo la Regione, grazie al pressing del M5S, aveva promesso di chiudere i vecchi e inutili inceneritori lombardi e di stoppare l’ampliamento delle reti di teleriscaldamento legate alla spazzatura, che sempre in maggiore quantità arriva da fuori regione».

Infine l'annuncio: «Presto presenterò un’interrogazione al ministro dell'ambiente Sergio Costa per evitare la costruzione di nuove reti di teleriscaldamento alimentate dagli inceneritori e puntare invece sull’efficienza energetica e sulle vere energie rinnovabili».

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