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Museo della Fotografia, ecco l'interrogazione di Gasparini

La deputata del Pd Daniela Gasparini ha presentato un'interrogazione parlamentare a difesa del Museo della Fotografia di Cinisello, che versa in gravi difficoltà economiche e che potrebbe chiudere i battenti nel 2014. Ecco nel dettaglio l'atto depositato dall'ex sindaco di Cinisello

Come annunciato nei giorni scorsi la deputata del Pd Daniela Matilde Maria Gasparini (ex sindaco di Cinisello Balsamo) ha presentato un'interrogazione parlamentare relativa al Museo della Fotografia cinisellese.

Ne riportiamo qualche stralcio significativo: «La regione Lombardia e il Ministero per i beni e le attività culturali hanno sostenuto e collaborato alla realizzazione del museo della fotografia contemporanea fin dalla fase di avvio del progetto nel 1998. Il progetto, voluto dalla provincia di Milano e dal comune di Cinisello Balsamo, rispondeva al grave ritardo con cui l'Italia riconosceva la fotografia e prevedeva che si istituisse presso la Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo il primo museo pubblico in Italia dedicato alla fotografia contemporanea e più in generale all'immagine tecnologica».

Inoltre: «Il patrimonio fotografico del museo di fotografia contemporanea comprende 29 fondi fotografici di proprietà e di pertinenza della provincia di Milano e del comune di Cinisello Balsamo, fondatori del Museo, della regione Lombardia, della fondazione e di privati che hanno depositato al museo la propria collezione o l'archivio, per un totale di un milione e ottocentomila immagini, stampe fotografiche in bianco e nero e a colori di più di seicento autori italiani e stranieri; l'insieme costituisce uno spaccato significativo della fotografia italiana e straniera dal dopoguerra ad oggi».

Continua: «Il patrimonio librario del museo comprende diciottomila libri e annate di riviste, provenienti da acquisti e scambi con altre istituzioni. Il museo ha realizzato nel corso degli anni più di 30 mostre, esponendo artisti di rilevanza internazionale, ha pubblicato 20 libri tra i quali i quaderni di studio dedicati alla riflessione teorica sulla ricerca fotografica e sul rapporto fra la fotografia e le altre arti e discipline espressive».

Si arriva ai giorni odierni: «Dal 2005 è gestito da una fondazione di diritto privato i cui soci sono la provincia di Milano e il comune di Cinisello Balsamo, nel 2010 è nata l'associazione Amici del museo che oggi conta circa 200 soci. A partire dal primo gennaio 2014 la provincia di Milano dovrebbe essere sciolta per fare spazio alla nuova istituzione della città metropolitana e questo dovrebbe determinare una trasformazione della compagine istituzionale della fondazione che gestisce il museo».

Il pericolo: «Le collezioni fotografiche e librarie, che vantano il primato in Italia per il contemporaneo, sono un patrimonio di valenza nazionale tutelato ai sensi del codice Urbani e che rischiano di essere smembrate e disperse qualora l'istituzione museale non dovesse trovare nuovi e più ampi sostegni. Il Museo, nonostante le difficoltà economiche e le incertezze sulle prospettive future, ha saputo crescere diventando per l'area milanese, nazionale e internazionale un riferimento scientifico riconosciuto per lo studio, la conservazione e la divulgazione della fotografia come arte contemporanea».

Infine l'appello al ministro alla Cultura Massimo Bray per l'assunzione di «iniziative per riconoscere nell'unico museo della fotografia contemporanea operante in Italia il centro d'eccellenza a cui attribuire la funzione di museo della fotografia; al fine di garantire in tale quadro, nella fase di riorganizzazione istituzionale delle province e delle città metropolitane, che il patrimonio del museo della fotografia contemporanea sia salvaguardato nella sua unitarietà nella Fondazione museo fotografia Villa Ghirlanda partecipando e sostenendo la Fondazione che oggi è partecipata solo dalla provincia Milano e dal comune di Cinisello, e sostenere lo sforzo del comune di Cinisello Balsamo che ha investito su una iniziativa di scala nazionale credendo che sia necessario garantire anche attraverso la cultura politica di riqualificazione di aree urbane».

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