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Cinisello Balsamo Cinisello Balsamo / Via XXV Aprile

"La Città Giusta" attacca Ghilardi sugli alloggi pubblici: «Prende per i fondelli tutti i cittadini»

La lista di sinistra polemizza con il sindaco Ghilardi sui nuovi criteri di assegnazione degli alloggi popolari: «Che tipo di personaggio può essere un sindaco che si vanta di essere parziale, dimostrando che i residenti nello stesso Comune non hanno gli stessi diritti?»

"La Città Giusta" di Cinisello Balsamo reagisce duramente agli annunci del sindaco Giacomo Ghilardi relativi al piano 2020 per l'assegnazione degli alloggi pubblici. Il primo cittadino infatti aveva esultato spiegando: «Giustizia è fatta con i nuovi criteri, nel 2020 il 100% degli alloggi comunali andranno ad italiani»).

Questo è il comunicato diffuso dalla lista di sinistra cittadina, che riportiamo integralmente:

«Che tipo di personaggio può essere un sindaco che si vanta di essere parziale, dimostrando che i cittadini residenti nello stesso Comune non hanno gli stessi diritti? Probabilmente non ha ancora capito che essere sindaco di una comunità, dove tutti contribuiscono a farla crescere, significa anche essere consapevole che il primo cittadino è responsabile politico e amministrativo della condizione sociale dei propri cittadini, oltre che, responsabile della loro salute».

«Ha almeno idea, di come viene vissuto uno sfratto, per morosità incolpevole, da una qualunque famiglia con bambini, anziani e disabili a carico? Sa cosa significa pernottare per strada, o in auto, perché sono stati privati del diritto di avere un tetto? Sa, il nostro sindaco, come funziona la normativa che regola le assegnazione degli alloggi pubblici ? La nuova legge regionale è sicuramente un obbrobrio».

«Non incentiva le assegnazioni a chi ne ha bisogno ed è orientata anzi, ad affittare a prezzi di mercato, oltre a rendere appetibile il patrimonio di edilizia pubblica nella svendita verso i privati. Però la legge non indica che le case vanno assegnate solo alla popolazione italiana. Fra i requisiti per presentare la domanda per assegnare un alloggio, non viene richiesta la cittadinanza italiana, ma solo la residenza da ameno 5 anni (nella nostra città ci sono migranti che vivono e lavorano da oltre 30 anni e i propri figli hanno frequentato, e frequentano, le scuole cittadine)».

«Insomma, il sindaco va oltre il suo stesso partito, scavalcando addirittura la stessa giunta regionale a guida leghista. Ma il sindaco sa cos’è una emergenza abitativa come quella che stiamo vivendo a Cinisello? Crede che per il solo fatto di avere assegnato qualche alloggio, possa ritenersi soddisfatto, poiché è stato risolto il problema abitativo nel suo insieme? Fosse cosi, da parte sua sarebbe una soddisfazione davvero miserevole».

«Lo scorso anno, quando ancora le graduatorie erano visibili, c’erano oltre mille famiglie in lista di attesa per sperare di avere un alloggio popolare, a fronte di una ventina di assegnazioni all’anno e di svariate decine di sfratti esecutivi ogni anno. Oggi le graduatorie non sono cosi visibili perché è stato modificato tutto il meccanismo delle liste e delle domande (che vanno inoltrate esclusivamente online) nascondendo all’opinione pubblica il reale bisogno di alloggi e a chi vanno assegnati».

«Quindi, quando il sindaco annuncia in pompa magna che con l’assegnazione di qualche alloggio ha reso giustizia, ha preso per i fondelli non solo tutti quelli che sperano in un alloggio dignitoso, ma anche l’intera comunità. Per incapacità e per l’uso strumentale della povertà, usata spesso come strumento di divisione tra poveri stessi. Il vero dramma abitativo non lo si può omettere in eterno e il sindaco di Cinisello balsamo dovrà rendere conto di questa vergogna per la città».

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