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Cinisello Balsamo Cinisello Balsamo / Via XXV Aprile

Ghilardi querela "Cinisello Balsamo Civica", il PD lo attacca ancora sul Congresso di Verona

Il sindaco Ghilardi ha deciso di sporgere una querela nei confronti della lista civica: «Sono stato diffamato. Di fronte alle falsità e alle diffamazioni mi trovo costretto ad agire». Il PD tramite Ruffa e Calabria lo attacca: «Dimettiti, non sei degno della fascia tricolore»

La polemica sulla partecipazione al "Congresso Mondiale delle Famiglie" di Verona da parte del sindaco Giacomo Ghilardi, sollevata dalle opposizioni di centrosinistra e in particolar modo dalla lista civica "Cinisello Balsamo Civica" che ha anche indetto una raccolta firme contro l'iniziativa del primo cittadino di Cinisello Balsamo finirà sui banchi di un tribunale.

Infatti Ghilardi ha deciso di sporgere una querela nei confronti della lista civica: «Sono stato diffamato. Di fronte alle falsità, alle calunnie e alle diffamazioni d’ora in poi mi trovo costretto ad agire. Non mi sono mai sottratto al confronto politico. La sinistra però è andata ben oltre e si è ridotta a screditare con ogni mezzo l’avversario politico. Vergognoso».

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La lista civica aveva insinuato che il sindaco andasse a Verona usando i soldi dei contribuenti (fatto smentito dopo le accuse dal sindaco stesso in consiglio comunale) e aveva polemizzato sulla sua partecipazione in veste di primo cittadino (quindi in rappresentanza della città) invece che da semplice privato.

Da parte del Partito Democratico intanto la polemica non si sgonfia, anzi. Il segretario del PD Ivano Ruffa commenta: «Qualcuno addirittura chiede che ci si scusi confondendo e scambiando legittime critiche politiche come fossero "inutili attacchi personali". La realtà è invece politicamente molto chiara e dimostra che questi non sanno davvero dove sono. Peccato che sono chiamati ad amministrare la nostra città e sarebbe anche ora che i cittadini se ne rendessero conto».

Ruffa prosegue: «No. Non siamo d'accordo! Il nostro sindaco Giacomo Ghilardi dopo aver dimostrato (nel primo anno di amministrazione) tutta la sua incapacità nel gestire il complesso ruolo di guida del Comune di Cinisello Balsamo continua imperterrito a scimmiottare il leader nazionale del suo partito dimenticando di essere stato eletto a rappresentare tutta la città e non solo i suoi elettori».

Il segretario locale continua: «Peraltro, se da un lato rivendica la sua partecipazione al vergognoso convegno di Verona richiamando l'articolo 29 della Costituzione ("La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, pur convivendo e non essendo sposato) dall'altro dimentica l'articolo 3 della stessa Costituzione che riconosce come tutti i cittadini abbiano pari dignità sociale e siano eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Ruffa rincara la dose: «Il sindaco è chiamato a rappresentare tutti i suoi cittadini. Ma Ghilardi questo ancora non lo ha studiato oppure il cardinale Richelieu (Enrico Zonca, ndr) ancora non glielo ha insegnato e neppure scritto nei discorsi che lui si sforza di leggere pedissequamente in pubblico».

Poi il segretario aggiunge: «In quest'anno abbiamo visto chiudere alcuni importanti servizi culturali (tra cui i gruppi di lettura), esternalizzare il servizio nidi, l'aumento delle tasse (TARI), l'avanzamento dei soli progetti della precedente amministrazione senza nessuna idea di cambiamento o innovazione, la restrizione del dialogo democratico in consiglio comunale, l'incapacità di affrontare un confronto sindacale con i lavoratori dell'ente, imbarazzanti interventi di consiglieri comunali impreparati a svolgere quell'importante ruolo. Cosa ancora ci attende?».

Da qui la richiesta di dimissioni: «Giacomo Ghilardi dovrebbe seriamente pensare a rassegnare le dimissioni invece di criticare il PD, le cui piu importanti scelte politiche degli anni precedenti (tra cui il PGT) sono state, da lui, portate avanti in continuità e senza alcuna variazione».

Anche il consigliere comunale del PD Daniela Calabria attacca il sindaco e l'assessore Riccardo Visentin per la scelta di Verona: «In fase di comunicazioni della seduta del consiglio comunale il sindaco e l'assessore Visentin hanno difeso la scelta di presenziare in veste istituzionale al "Congresso delle Famiglie" di Verona. Tra i motivi, il richiamo ad aspettare che il Congresso si svolgesse per trarre dei giudizi. Più che giusto».

Poi incalza: «Ora che il Congresso è iniziato allora possiamo cominciare. Secondo intervento di giornata, il capo del "Family Day Gandolfini parla dell'aborto come "omicidio in utero", che "con la 194 si sono uccisi 6 milioni di bambini". Sono d'accordo il sindaco e l'assessore? Si riconoscono in questa dichiarazione? Queste manovrette dialettiche per stemperare il contenuto di quello che è un congresso reazionario, pro morte, pro umiliazione della donna, pro liberticidio è veramente snervante».

Calabria prosegue: «Ci provano Zaia e Salvini, che oggi dicono "la 194 non si tocca", "più che l'omosessualità, è l'omofobia ad essere una malattia"; il tutto in un simpatico giochino elettorale ignobile con i capetti del Movimento 5 Stelle. Perché non avete il coraggio di assumervi le vostre responsabilità? Perché non dite che siete dei sostenitori di campagne e associazioni liberticide? Che vi piace che Casapound faccia i revival fascisti e occupi stabili a Roma senza sfrattarli? Che, in sunto, magari non ci credete nemmeno a queste cose ignobili, ma vi fa comodo avere i piedi in due scarpe?».

Il consigliere "richiama alle armi" il suo partito: «Il Partito Democratico deve reagire a questi rigurgiti di Medioevo appropriandosi di nuovo di questa lotta, basta far parlare Di Maio o Zaia senza ricordargli che se la intende con fascisti, familydaisti e reazionari vari!».

Poi ritorna a parlare di Ghilardi: «Chi usa la propria fede strumentalmente per obiettivi politici non è degno di indossare una fascia tricolore; perché c'è una bella differenza tra portare avanti dei valori in cui si crede, e imporli annullando le libertà altrui come previsto tra gli obiettivi del "Congresso delle Famiglie" di Verona. Sindaco, non andare, ripensaci!».

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